DDL Concorrenza, priorità agli operatori con meno del 40% delle colonnine di ricarica
Nel disegno di legge sulla concorrenza 2025, approvato dal Consiglio dei Ministri, arrivano regole decisive per il futuro della mobilità elettrica in Italia. L’obiettivo? Accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, garantendo un mercato più competitivo, trasparente e sostenibile..
64.000 punti di ricarica a fronte di 303.000 veicoli elettrici
Avevamo già parlato delle novità riguardanti il settore, con il dirottamento dei fondi PNRR dalle infrastrutture di ricarica al rinnovo del parco circolante e alla rottamazione. Da quanto riportato dal Ministro Foti nella recente audizione sulla rimodulazione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, al 31 dicembre 2024, sul territorio nazionale erano presenti 64.391 punti di ricarica, a fronte di 303.000 auto elettriche immatricolate al 30 aprile 2025.
Numeri incoraggianti che riflettono i progressi fatti dal nostro Paese rispetto al resto dell’Unione Europea, ma non immuni al rischio delle concentrazioni di mercato. La crescita registrata negli ultimi anni non è, infatti, priva di squilibri: la gestione delle colonnine tende a finire nelle mani di pochi operatori, con potenziali ripercussioni sui prezzi e sulla concorrenza. La norma passata in CdM, e ora in attesa dell’esame parlamentare, punta proprio a stabilizzare il settore, rendendolo più equo e trasparente.
Più concorrenza nella gestione delle colonnine di ricarica
Tra le misure più rilevanti contenute nel disegno di legge, spicca l’articolo 3, che introduce nuove regole per evitare la concentrazione di mercato a livello locale. In particolare, si prevede che, a parità di condizioni tra le richieste di autorizzazione, i Comuni debbano dare priorità agli operatori che detengono meno del 40% delle infrastrutture di ricarica già installate o autorizzate sul proprio territorio.
Pluralità di operatori e prezzi più equi
Più nel dettaglio, la norma percepisce e risponde a un’esigenza segnalata anche dall’Antitrust, ossia evitare la formazione di posizioni dominanti da parte di pochi Charging Point Operator (CPO), che potrebbero esercitare un potere di mercato tale da alzare i prezzi delle ricariche o limitare l’accesso ad altri operatori, come i Mobility Service Provider (MSP). Spesso, infatti, i CPO operano anche come MSP, controllando così più fasi del servizio.
Infrastrutturazione gestita dai Comuni, ma con regole più chiare
Attualmente, la realizzazione e gestione delle infrastrutture di ricarica è disciplinata a livello comunale. I Comuni possono autorizzare soggetti pubblici e privati, anche a titolo gratuito, attraverso procedure competitive, trasparenti e non discriminatorie. La nuova legge ha o scopo di rafforzare questo impianto, richiedendo di favorire la presenza di più operatori, prevenendo così fenomeni di oligopolio.
Il Governo punta dunque a correggere le distorsioni di un mercato ancora giovane, ma strategico per la transizione ecologica. La scommessa è chiara: più concorrenza per abbassare i costi, ampliare l’offerta e rendere la mobilità elettrica un’opzione davvero accessibile a tutti.
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