Spotify annuncia novità per il 2025: Hi-Fi in arrivo o più spazio all’AI?
- Spotify punta a rafforzare la sua offerta musicale nel 2025, secondo il CEO Daniel Ek
- Tra le novità potrebbe esserci un atteso piano Hi-Fi dedicato a super appassionati e audiofili
- I critici del modello di pagamento di Spotify temono che la situazione per gli artisti possa peggiorare
Spotify ha annunciato l’intenzione di rafforzare ulteriormente la propria offerta musicale nel 2025, dopo aver registrato il suo primo anno intero di profitto. Ma cosa significa questo per gli abbonati?
Secondo Variety, il CEO di Spotify, Daniel Ek, ha elogiato i risultati finanziari della società durante una recente chiamata con gli investitori, affermando che “Spotify non è solo un ottimo prodotto, ma ora è anche un’azienda solida”, aggiungendo che “raddoppieremo gli investimenti sulla musica nel 2025, e personalmente ne sono molto entusiasta”.
Attualmente, la piattaforma di streaming conta 675 milioni di utenti attivi, di cui 260 milioni abbonati alla versione Premium senza pubblicità. L’ormai consueta campagna di fine anno Spotify Wrapped ha contribuito all’acquisizione di 35 milioni di nuovi utenti. Secondo l’analista Jeff Wlodarczak, il margine operativo dell’azienda potrebbe continuare a crescere nel 2025, grazie all’aumento degli abbonamenti e a una strategia di monetizzazione più mirata.
Per gli utenti, questo annuncio potrebbe finalmente tradursi nel lancio dell’attesissimo piano Spotify Hi-Fi, che offrirebbe audio di qualità superiore e senza perdita di dati, equiparandosi a servizi come Tidal e Apple Music. Questo livello di abbonamento è stato promesso da anni, ma non è mai arrivato sul mercato.
È probabile che un eventuale piano Hi-Fi abbia un costo superiore rispetto al piano Premium attuale, che in Italia è fissato a 11,99 euro al mese per un abbonamento individuale. Spotify potrebbe arricchire l’offerta con vantaggi extra per gli appassionati di musica, come accesso anticipato a nuovi brani o album e playlist personalizzate esclusive. Questo sarebbe un modo efficace per fidelizzare gli utenti più esigenti e ridurre la migrazione verso altre piattaforme che offrono audio lossless.
Negli ultimi anni, Spotify ha puntato molto sul settore dei podcast, spesso a discapito dell’esperienza musicale. Tuttavia, l’ultima dichiarazione di Ek suggerisce che l’azienda stia tornando a concentrarsi sulla musica. Oltre al piano Hi-Fi, potrebbe anche arrivare un abbonamento più economico dedicato esclusivamente alla musica, una possibilità già anticipata nel 2024.
Ma c’è forse un’altra faccia della medaglia?
Where does the money go?
Il 2024 è stato un anno importante per Spotify, ma non tutto il suo successo finanziario deriva dall’aumento degli abbonati.
L’azienda ha licenziato il 20% della sua forza lavoro nel tentativo di ridurre i costi e ha adottato altre misure di risparmio che, secondo alcuni, sono state scaricate sugli artisti e sui musicisti.
All’inizio del 2024, Spotify ha deciso che gli artisti con meno di 1.000 stream mensili sulla piattaforma non avrebbero più ricevuto alcun pagamento. Considerando che il compenso per ogni stream è di appena 0,004 dollari, ovvero 4 dollari ogni 1.000 riproduzioni, potrebbe sembrare una cifra irrisoria per singolo artista. Tuttavia, per chi fatica già a guadagnare qualcosa dallo streaming, questa mossa ha significato una drastica riduzione delle entrate.
Inoltre, secondo alcune segnalazioni, Spotify avrebbe riempito le playlist degli utenti con “artisti fantasma” provenienti da case di produzione che richiedono royalty inferiori, riducendo così il numero di brani degli artisti indipendenti senza che gli utenti se ne accorgessero.
Un’altra iniziativa, chiamata Discovery Mode, consente agli artisti di ottenere maggiore visibilità all’interno dell’algoritmo di Spotify, ma a un costo: in cambio devono accettare una riduzione dei guadagni per ogni stream.
Misure come queste hanno permesso a Spotify di raggiungere il primo anno intero in attivo, ma la prospettiva di un ulteriore aumento dei profitti nel 2025, basato su compensi ridotti per gli artisti, solleva molte preoccupazioni.
Quest’anno, per la prima volta, Spotify Wrapped ha incluso un riepilogo generato dall’intelligenza artificiale sulle abitudini di ascolto degli utenti. Con la crescente diffusione della musica generata dall’IA, c’è il timore che Spotify possa spingere sempre di più brani prodotti automaticamente, inserendoli nelle playlist di musica ambientale o rilassante per ridurre ulteriormente i costi, sostituendo gli artisti reali che dovrebbero essere pagati.
Spotify ha dichiarato di voler puntare ancora di più sulla musica, ma la speranza è che questo significhi sostenere i veri artisti e non semplicemente aumentare i margini di profitto a loro spese.
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