Ricercatori in fuga da Trump, l’UE mette 500 milioni di euro per attrarli. Polemica Roma-Parigi, ma a chi giova?
La strategia europea per attrarre nuovi ricercatori (magari strappandoli agli USA)
Durante una conferenza alla Sorbona dal titolo “Choose Europe for Science” (Scegli l’Europa per la Scienza), dedicata alla libertà della ricerca, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, hanno lanciato un messaggio forte contro le politiche sul tema decise dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, accusato di minare l’indipendenza della ricerca accademica.
La von der Leyen ha ricordato nel suo discorso che l’Europa “oltre 2 milioni di ricercatori, ovvero il 25% del totale mondiale” e che “è leader in settori chiave come tecnologie verdi, salute, economia, aerospazio, robotica, ingegneria, biotecnologie e farmaceutica”.
L’Unione europea può contare su diverse infrastrutture, come Horizon Europe, il più grande programma internazionale di ricerca al mondo, con un budget di 93 miliardi di euro; su centri di eccellenza nella fisica delle particelle, biologia molecolare, esplorazione spaziale, fusione nucleare; e sui supercomputer con EuroHPC, mentre crescono gli investimenti in intelligenza artificiale, quantistica e ricerca digitale.
L’obiettivo è generale, ma anche molto particolare. Dall’insediamento (o ritorno) di Trump alla Casa Bianca, la università e i ricercatori americani hanno incontrato sempre maggiori ostacoli a svolgere il loro lavoro. Bruxelles da mesi sta cercando di approfittare di questi preziosissimi “cervelli in fuga” dal grande Paese americano.
Un pacchetto da mezzo miliardo di euro e le altre azioni a favore della ricerca e l’innovazione
Concretamente, la Presidente della Commissione ha annunciato un “nuovo pacchetto da 500 milioni di euro (2025–2027) per attrarre ricercatori globali”, l’introduzione di una super-borsa di studio settennale attraverso l’ERC, aumenti per i ricercatori stranieri che si trasferiscono in Europa, più borse di studio per il programma “Marie Skłodowska-Curie Actions”.
In particolare, la von der Leyen ha citato gli incentivi speciali in settori d’avanguardia come l’AI e l’obiettivo comune di investire in ricerca e sviluppo il 3% del PIL dell’Unione entro il 2030. In aggiunta, ha assicurato la Presidente della Commissione, saranno presto presentati un primo European Innovation Act e una strategia per startup e scaleup, per rimuovere le barriere normative e di altro tipo e facilitare l’accesso al capitale di rischio per startup e scaleup europee innovative.
Ultimo ma non meno importante punto di questa strategia, l’impegno di Bruxelles a rendere più facile e più attraente l’ingresso in Europa di ricercatori da ogni parte del mondo.
Attrito Roma-Parigi
Secondo quanto riportato da lemonde.fr, Macron ha definito un “errore drammatico” la direzione intrapresa dagli Stati Uniti, sottolineando come sia “inimmaginabile che una democrazia fondata sulla scienza libera possa arrivare a proibire ambiti di ricerca”. Ha quindi annunciato nuove misure per aumentare gli investimenti in scienza e ricerca in Francia, ribadendo il suo appello agli scienziati stranieri, soprattutto americani: “Se amate la libertà, venite in Europa”.
La conferenza ha visto la partecipazione di ministri della ricerca, accademici e scienziati da tutti i 27 paesi UE, oltre a rappresentanti di Norvegia, Regno Unito e Svizzera. Per l’Italia, però, ha partecipato l’Ambasciatrice Emanuela D’Alessandro, secondo quanto riportato in un articolo pubblicato su La Repubblica.
L’obiettivo dell’evento è chiaro: offrire un’alternativa concreta ai ricercatori statunitensi sempre più penalizzati da tagli ai fondi federali, licenziamenti e rischi di espulsione per motivi politici.
Iniziative concrete sono già in atto: l’Università di Aix-Marseille ha lanciato il programma “Safe Place for Science”, ricevendo numerose candidature da studiosi americani. Anche il CNRS ha annunciato un nuovo piano per attrarre ricercatori stranieri e riportare in patria quelli francesi emigrati, “spesso spinti dal desiderio di non crescere i figli nell’America di Trump”, ha detto il presidente Antoine Petit.
Pur riconoscendo che gli stipendi europei siano inferiori a quelli statunitensi, Petit ha evidenziato i vantaggi offerti dall’Europa: sanità accessibile, istruzione pubblica e welfare. I settori strategici su cui Francia e UE intendono puntare sono salute, clima, biodiversità, intelligenza artificiale e spazio.
Ma proprio questa esuberanza francese sembra aver irritato non poco il Governo italiano, in particolare il ministero della Cultura e della ricerca, guidato da Annamaria Bernini. Secondo il quotidiano italiano, infatti, dal ministero hanno sottolineato che l’evento “è stato organizzato in pochissimi giorni” e, soprattutto, ce sembra sia evidente “un tema politico”, perché “il titolo dell’invito suona così: ‘Scegli l’Europa, scegli la Francia’. Ci si chiede se si tratti di un incontro che promuove l’attrattività dell’Europa, su cui l’Italia non solo è d’accordo ma ha già messo in campo un primo bando da 50 milioni per il rientro dei cervelli e il richiamo degli stranieri, oppure di una conferenza sul sistema francese”.
A questo punto noi ci chiediamo a cui giovi alimentare questa polemica, sia in chiave di coesione europea, sia di efficacia strategica del piano europeo di richiamo dei cervelli su continente.
Il tema dell’indipendenza digitale
Ricerca e innovazione sono pilastri fondamentali per il rafforzamento dell’autonomia e della sovranità tecnologica di un Paese o di un’intera area geopolitica come l’Unione Europea.
Investire in ricerca scientifica e sviluppo tecnologico consente a un Paese di sviluppare soluzioni proprie, senza dover ricorrere a fornitori esterni (spesso concorrenti geopolitici). Questo vale in settori chiave come: microelettronica e semiconduttori; la già citata intelligenza artificiale: energie rinnovabili; difesa e spazio; telecomunicazioni, quindi 5G e reti quantistiche.
Autonomia tecnologica significa poter decidere in modo sovrano politiche industriali, standard e infrastrutture critiche, ma anche maggiore competitività industriale, resilienza economica, controllo sui dati e leadership culturale.
Sul tema, si terrà il prossimo 27 maggio a Roma la conferenza dal titolo “Indipendenza Digitale – Un patto per il futuro economico e tecnologico dell’Europa e degli europei”, organizzata da Supercom e promossa da Key4biz.
In quell’occasione sarà presentato il 1^ Rapporto sull’Indipendenza Digitale in Italia, curato da RED OPEN, spin-off dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con l’obiettivo di elaborare il Libro Bianco con la Strategia di Indipendenza Digitale da presentare in autunno al Governo, al Parlamento e a tutti gli stakeholder rilevanti e con la partecipazione dei Partner dell’iniziativa.
The post Ricercatori in fuga da Trump, l’UE mette 500 milioni di euro per attrarli. Polemica Roma-Parigi, ma a chi giova? appeared first on Key4biz.