PNRR, meno idrogeno e colonnine, più biometano. Foti “Risorse invariate”
Il PNRR subisce una svolta significativa. Le novità illustrate dal ministro per gli Affari europei Tommaso Foti nel corso della Cabina di Regia svoltasi a Palazzo Chigi, sono relative principalmente alla settima rata, su cui si è focalizzata l’attenzione della Commissione europea, e incidono anche sull’ottava, nona e decima rata.
La frenata sull’elettrico
I cambiamenti colpiscono in particolar modo il comparto elettrico dell’automotive, che ne esce fortemente penalizzato, con di più di mezzo miliardo sottratto alle infrastrutture di ricarica. Quasi 600 milioni, infatti, destinati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alle colonnine elettriche saranno impiegati per rottamazione e rinnovo del parco auto circolante. Lo scopo? Promuovere la sostituzione di automobili a combustione interna con veicoli a zero emissioni, anche mediante l’introduzione di nuovi incentivi calibrati in base all’ISEE, con particolare attenzione alle fasce di reddito più basse.
Contrariamente a quanto annunciato nei mesi scorsi dal ministro Urso, il bonus auto sarà dunque confermato, ma rimodulato in funzione del reddito.
Spinta verso biometano ed economia circolare
A quella che appare come una stretta sull’elettrico, in favore di una più generica e non precisata categoria di veicoli “a basso impatto ambientale”, si accompagna la spinta verso fonti alternative, quali biometano e altri combustibili green prodotti da scarti organici. L’impegno dell’esecutivo consiste, dunque, nell’indirizzare i fondi europei verso un più marcato sviluppo dell’economia circolare dei rifiuti.
A riguardo, la revisione tecnica prevede anche la riallocazione di 640 milioni di euro inizialmente previsti per l‘idrogeno nell’industria ‘hard-to-abate‘, verso l’Investimento per lo Sviluppo del Biometano.
Invariata la dotazione finanziaria complessiva
Nel corso della tappa obbligata per l’attuazione del Piano, il Ministro Foti ha precisato che le proposte di revisione, presto al vaglio di Bruxelles, non andranno a incidere sull’ambizione e sulla dotazione finanziaria complessiva. Tuttavia, si tratta di una riforma del valore di 1,2 miliardi di euro.
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