Earth Day tra lutto e consapevolezza: l’eredità ecologica di Papa Francesco
Se tutti fossero in grado di riconoscere il Pianeta come il proprio ecosistema, la Terra oggi sarebbe un luogo migliore. Un pensiero semplice, quasi ovvio, eppure straordinariamente rivoluzionario. E mai come oggi, 22 aprile, Giornata Mondiale della Terra, risuona con forza, mentre il mondo intero rende omaggio a Papa Francesco, scomparso ieri, lasciando un’eredità spirituale e culturale che ha segnato profondamente anche il dibattito ambientale globale.
Richiamare il mondo alla responsabilità ecologica
La consapevolezza che la crisi climatica sia una diretta conseguenza delle nostre scelte non è più soltanto una verità proclamata dalla comunità scientifica o dai movimenti ambientalisti, spesso sminuiti o ridicolizzati da retoriche negazioniste. È una convinzione che il Pontefice stesso ha tradotto in visione etica e dottrina, diventando una delle voci più autorevoli nel richiamare il mondo alla responsabilità ecologica.
L’enciclica Laudato Sì
Nel 2015, con la pubblicazione dell’enciclica Laudato Si’, Francesco ha inaugurato una nuova stagione del pensiero cristiano, mettendo al centro il concetto di “casa comune” e unendo scienza, fede e giustizia sociale in un’unica, potente narrazione. Dieci anni dopo, oggi, quelle parole risuonano con la forza di un testamento spirituale.
“La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare.”
Papa Francesco, Laudato Si’ – 2015
La cultura degli “scarti”
Parole sante, che oggi assumono il peso di un’eredità morale. Francesco non si è limitato a denunciare l’inerzia dei potenti, ma ha anche puntato il dito contro la “cultura degli scarti”, quella che produce rifiuti, distrugge risorse e alimenta le disuguaglianze. Ha parlato di una “nuova solidarietà universale” come unica strada per affrontare un’epoca segnata da inquinamento, cambiamento climatico e perdita di biodiversità.
Rinnovabili ed economia circolare le fondamenta
Nel 2023, l’esortazione apostolica Laudate Deum ha rilanciato con ancora maggiore urgenza il richiamo all’azione, individuando nella transizione energetica e nell’economia circolare i pilastri fondamentali per costruire un mondo più giusto, inclusivo e sostenibile. A partire dalle fonti rinnovabili, impiegate in primis per creare energia pulita nello Stato del Vaticano. Si pensi, ad esempio, ai progetti realizzati alla vigilia del Giubileo, pienamente inseriti nelle Direttive europee per le decarbonizzazione: la copertura fotovoltaica del Cortile delle Corazze all’ingresso dei Musei Vaticani, o le colonnine di ricarica per l‘E-mobility.
Tutto è connesso
Oggi, nel giorno simbolico dedicato al nostro Pianeta, mentre i leader del mondo si confrontano ancora su obiettivi disattesi e strategie a metà, le parole di Francesco ci ricordano che la Terra non ha bisogno solo di soluzioni tecnologiche, ma di una rivoluzione culturale, civile e spirituale.
Ed è proprio questa visione, così radicale nella sua semplicità, che ci interroga profondamente: possiamo davvero salvare la Terra senza cambiare noi stessi?
Nel vuoto che la sua scomparsa lascia, resta viva la sua voce. Un invito non alla rassegnazione, ma alla cura. Perché come scrisse lui stesso: “Tutto è connesso.” E non c’è futuro possibile, né per l’umanità né per il Pianeta, senza questa consapevolezza.
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