Draghi all’Europarlamento: “Sull’innovazione l’ostacolo è la stessa Ue”. Il video dell’intervento
Mario Draghi spera in un futuro di innovazione, unità e competitività per l’Europa
In un intervento al Parlamento europeo, in occasione dela Settimana parlamentare europea 2025, Mario Draghi ha oggi illustrato una visione strategica per l’Europa, incentrata sull’innovazione, sulla competitività e sulla necessità di un’azione unitaria contro le sfide globali.
Il discorso dell’ex Presidente della Banca centrale europea (Bce) e ex Presidente del Consiglio italiano ha posto l’accento su diversi temi cruciali per il futuro dell’Unione Europea, tra cui la digitalizzazione, la transizione energetica, la difesa e la geopolitica internazionale.
AI, l’innovazione un’urgenza da affrontare insieme
Il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) è stato uno dei punti salienti del discorso. Draghi ha sottolineato come il progresso in questo campo stia avvenendo soprattutto al di fuori dell’Europa, con gli Stati Uniti e la Cina che dominano la scena con modelli di IA all’avanguardia.
Nonostante ciò, la riduzione dei costi per la formazione e l’implementazione dei modelli rappresenti una grande opportunità per l’Europa di accelerare il proprio recupero tecnologico.
Il messaggio è chiaro: “l’Europa deve rispondere velocemente, abbattendo le barriere interne, standardizzando le normative e promuovendo un mercato del capitale equo, per evitare che le sue aziende innovative vengano soffocate o spostate altrove”.
Europa e mercato unico: superare le divisioni interne
Un altro elemento centrale del suo intervento riguarda la necessità di superare le barriere interne che ostacolano la crescita. Il mercato unico europeo ha un potenziale enorme, paragonabile a quello degli Stati Uniti, ma le sue divisioni interne, stando alle stime, equivalgono a dazi tariffari che rendono l’Europa meno competitiva rispetto ad altre potenze economiche.
Draghi ha sollecitato una “riforma profonda delle politiche interne”, che includa la “semplificazione delle normative nazionali”, per favorire l’innovazione e la crescita delle aziende.
Energia, decarbonizzazione e prezzi competitivi
L’Europa affronta anche una sfida crescente legata ai prezzi dell’energia. Con l’aumento della domanda di energia, soprattutto per i data center, Draghi ha esortato l’Unione a “unire gli sforzi per abbattere i costi energetici”.
Le politiche europee devono concentrarsi su “un mercato energetico più integrato” e su “un’azione più incisiva nell’installazione delle energie rinnovabili, la modernizzazione delle reti e l’incremento degli investimenti in soluzioni di generazione pulita”.
Solo così sarà possibile “sostenere la transizione energetica senza compromettere la competitività industriale” e la creazione di posti di lavoro verdi.
“Un aumento della produttività totale dei fattori di appena il 2% nei prossimi dieci anni – ha sottolineato l’ex Presidente della Bce e del Consiglio italiano – ridurrebbe di un terzo i costi fiscali per i governi del finanziamento degli investimenti necessari”.
l rapporto suggerisce”, oltre a puntare sullo sviluppo di energie rinnovabili, “una riforma del mercato dell’energia, maggiore trasparenza nel commercio dell’energia, maggiore utilizzo di contratti di fornitura a lungo termine e acquisti a lungo termine di gas naturale, massicci investimenti nelle reti e nelle interconnessioni”.
Geopolitica: difesa e relazioni internazionali
Sul fronte geopolitico, Draghi ha affrontato il tema della sicurezza, richiamando la “necessità di rafforzare la capacità di difesa dell’Europa”, che oggi è frammentata e non standardizzata.
Nonostante l’Unione europea sia il terzo maggior spenditore in difesa al mondo, la mancanza di coordinamento tra gli Stati membri impedisce di rispondere efficacemente alle minacce globali, come quelle provenienti dalla Russia e dalla Cina. Draghi ha evidenziato che l’Europa deve agire come un’unica entità per garantire la propria sicurezza, con una difesa comune e industrialmente integrata.
Il caso Ucraina e i rapporti con gli Stati Uniti
La guerra in Ucraina e l’evoluzione dei rapporti con le potenze globali, in particolare gli Stati Uniti e la Cina, sono stati un altro tema trattato da Draghi.
Il conflitto in Ucraina ha messo in luce la “necessità di un’Europa più forte e coesa, pronta a difendere la propria sicurezza e i propri interessi”.
Draghi ha evidenziato anche i potenziali rischi economici derivanti dall’imposizione di tariffe da parte degli Stati Uniti, che potrebbero ridurre l’accesso dell’Europa al mercato americano e spostare parte della produzione verso gli Stati Uniti.
In questo contesto, è fondamentale che l’Europa rafforzi la propria posizione competitiva a livello globale, sfruttando il suo mercato unico e le sue risorse.
“Anche se siamo collettivamente il terzo paese al mondo per spesa, non saremmo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva“, ha puntualizzato, sottolineando che “i nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l’Ue è inferiore alla somma delle parti”.
Una chiamata all’azione per il futuro dell’Europa
In conclusione, Draghi ha esortato il Parlamento europeo e le istituzioni nazionali a lavorare insieme per affrontare le sfide che l’Europa sta vivendo, sottolineando che “l’unione è la chiave per superare le difficoltà”.
L’ex Premier e Presidente della Bce ha ribadito la necessità di riformare il sistema economico, garantire un “supporto adeguato all’innovazione” e promuovere una politica di difesa comune.
La sua visione si fonda sulla convinzione che “l’Europa, se agisce rapidamente e in modo coordinato, può non solo risolvere le proprie difficoltà interne, ma anche emergere come protagonista sulla scena geopolitica mondiale”.
L’urgenza è grande, ha sottolineato Draghi, ma con azioni tempestive e coordinate, l’Unione ha l’opportunità di guidare il cambiamento in un mondo sempre più complesso e interconnesso, senza subirne le conseguenze.
Il timore è che a queste parole seguano solo gli applausi di circostanza, mentre i suggerimenti rimangano inascoltati. Se così fosse, il destino dell’Europa potrebbe essere già segnato e il discorso di Draghi potrà solo funzionare al massimo come collante, quello necessario per rimettere assieme i pezzi di un vaso rotto. Il vaso potrà anche tornare sul mobile, nella migliore delle ipotesi, ma le crepe rimarranno sempre visibili (a chiunque).
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