DOGE, la ‘rivoluzione’ di Musk si trasforma in un problema cyber e di sicurezza nazionale?
Il DOGE di Musk diventa un incubo informatico
Elon Musk ha spesso proclamato di poter risolvere l’inefficienza governativa con il suo team di esperti informatici (o “geni del codice”) e il DOGE (Department of Government Efficiency) è il risultato di questa ambizione: un progetto nato per modernizzare le infrastrutture digitali statunitensi. Tuttavia, i primi risultati sono disastrosi.
La scorsa settimana, il sito web ufficiale di DOGE è stato lanciato con diversi problemi di sicurezza. L’aspetto più preoccupante? Chiunque con conoscenze basilari di database può modificarne i contenuti. Secondo 404.com, alcuni sviluppatori hanno dimostrato la vulnerabilità aggiungendo messaggi visibili pubblicamente come “these ‘experts’ left their database open”.
Accessi amministrativi sospetti e dati a rischio
Una situazione piuttosto imbarazzante per il Governo americano che presenta ulteriori casi altrettanto interessanti. Marko Elez, un venticinquenne noto per le sue posizioni razziste, ha ottenuto presunti vantaggi amministrativi (privilegi?) sui sistemi di pagamento governativi. Il Dipartimento del Tesoro ha inizialmente negato, poi ha ammesso che Elez aveva il permesso di introdursi e intervenire nel database dei pagamenti.
Un altro sviluppatore, Kyle Shutt, è stato identificato come autore del sito di DOGE. Il problema? Utilizzava le stesse credenziali per accedere ai sistemi della FEMA (Federal Emergency Management Agency) e per gestire il sito della campagna di Donald Trump. Un fatto che solleva gravi questioni di sicurezza e conflitti di interesse.
A quanto riportato da 404.com, chiunque può scrivere sul sito del DOGE. Non chiunque abbia le credenziali, proprio “chiunque”.
Un fatto gravissimo, se confermato, e secondo techdirt.com è proprio questo che sta accadendo: “Quando qualcuno prende il controllo dei tuoi sistemi informatici e li lascia completamente aperti a chiunque voglia metterli a soqquadro, di solito non si parla solo di “disruption” o “innovazione”, ma di violazione della sicurezza informatica”.
In più, secondo il Washington Post, il dipartimento guidato da Musk sta cercando di ottenere l’accesso a un sistema altamente sorvegliato dell’Internal Revenue Service, che include informazioni finanziarie dettagliate su ogni contribuente, azienda e organizzazione no-profit del Paese, scatenando l’allarme all’interno dell’Agenzia delle entrate USA.
Un sito governativo che promuove X.com
Il sito DOGE.gov, anziché essere un centro informativo governativo, indirizza i motori di ricerca verso X.com, la piattaforma di Musk. Il codice sorgente del sito include tag canonici che indicano X come fonte primaria, un’anomalia per un sito governativo.
Basta andare sul sito ufficiale del DOGE e necessariamente si deve andare su x.com/DOGE.
A guardarlo bene, inoltre, il sito ufficiale del dipartimento è poco più di una semplice landing page.
La priorità data a una piattaforma privata rispetto a un’infrastruttura pubblica rappresenta l’ennesimo grave conflitto d’interessi.
Il fallimento della “disruption” by Musk
DOGE dimostra come la filosofia di “muoversi rapidamente” e del mandare tutto all’aria può tranquillamente trasformarsi in un boomerang nel contesto governativo. Le infrastrutture statali, pur con i loro difetti (e ce ne sono tanti indubbiamente), sono progettate per resistere a minacce esterne. Il progetto DOGE, invece, si è rivelato un “colabrodo digitale“, esponendo dati critici e minando la sicurezza nazionale.
Affidare sistemi federali a sviluppatori selezionati più per la loro fedeltà a Musk che per le loro competenze ha prodotto un risultato prevedibile: “un governo paralizzato da errori tecnici e vulnerabilità che mettono a rischio miliardi di dollari e informazioni sensibili”, si legge sempre su techdirt.com.
Il sogno di un governo digitalizzato è ancora possibile negli Stati Uniti, ma probabilmente non con questo approccio. La sicurezza informatica non è un dettaglio da trascurare e per il momento il progetto DOGE è la dimostrazione di cosa succede quando un tema così delicato viene trattato in maniera superficiale, o peggio con disimpegno.
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