Bl00dy ransomware colpisce l’italiana Lucchini Group
Source: Redhotcyber
Bl00dy ransomware colpisce l’italiana Lucchini Group
Con un messaggio riportato all’interno dei propri canali Telegram, la cybergang Bl00dy ransomware rivendica un attacco informatico ai danni dell’italiana Lucchini Group.
Nel post, la gang si riferisce direttamente all’azienda e riporta quanto segue:
Questo gigante della produzione di metalli con sede in Italia è violato e tutti i loro server crittografati da Bl00dy Ransomware Gang.
Hai 7 (sette) giorni per scriverci per la negoziazione del prezzo.
Dopo il pagamento del riscatto forniamo strumenti di decrittazione dei file crittografati.
#Avviso
La tua rete aziendale è fortemente infetta da backdoor.
Qualsiasi tentativo di ripristinare i file crittografati da soli o con qualsiasi altro mezzo danneggerà i file per sempre.
scrivici per e-mail
La cybergang Bl00dy, è stata individuata a settembre 2022 ed è stata definita come un “figlio di Lockbit”, la quale ha utilizzato il builder fuoriuscito dalla famosa gang criminale per poter creare il proprio ceppo di malware che cifrava i file riportando l’estensione .bl00dy.
Tuttavia, secondo gli esperti, il raggruppamento si sta evolvendo passando continuamente da un malware all’altro per due motivi: così possono evitare il rilevamento ed inoltre hanno a portata di mano tutti i vantaggi delle funzioni dei vari malware.
Come riportato su Wikipedia, la Lucchini RS S.p.A. (ex Lucchini Sidermeccanica S.p.A. e dove l’acronimo “RS” sta per Rolling Stock, cioè materiale rotabile) è una società italiana, di proprietà della famiglia Lucchini (attraverso la holding Sinpar S.p.A.) e separatasi nel luglio 2007 dal resto del Gruppo Lucchini, rimasto di proprietà del gruppo russo Severstal.
L’Azienda è specializzata nella produzione di materiale rotabile per treni, tram e metro (ruote, cerchioni e assili ferroviari e sale montate complete). Inoltre è attiva anche nella produzione di forgiati, getti, acciai per utensili e lingotti da forgia.
La sede della società è a Brescia, ma lo stabilimento produttivo è a Lovere (Bergamo) dove è presente tutto il processo produttivo dell’acciaio: acciaieria, fucinatura, fonderia, meccanica rodeggi e meccanica pesante.
Nel mentre attendiamo un comunicato ufficiale dell’azienda, RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali.
Nel caso in cui l’azienda voglia fornire una dichiarazione a RHC, saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo sulle nostre pagine per dare risalto alla questione.
Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni sulla vicenda od effettuare una dichiarazione, possono accedere alla sezione contatti, oppure in forma anonima utilizzando la mail crittografata del whistleblower.
Cos’è il ransomware e come proteggersi
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli del nostro sito:
- Il ransomware cos’è. Scopriamo il funzionamento della RaaS
- Perché l’Italia è al terzo posto negli attacchi ransomware
- Difficoltà di attribuzione di un attacco informatico e false flag
- Alla scoperta del gruppo Ransomware Lockbit 2.0
- Intervista al rappresentante di LockBit 2.0
- Il 2021 è stato un anno difficile sul piano degli incidenti informatici
- Alla scoperta del gruppo Ransomware Darkside
- Intervista al portavoce di Revil UNKNOW, sul forum XSS
- Intervista al portavoce di BlackMatter
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
- Formare il personale attraverso corsi di Awareness;
- Utilizzare un piano di backup e ripristino dei dati per tutte le informazioni critiche. Eseguire e testare backup regolari per limitare l’impatto della perdita di dati o del sistema e per accelerare il processo di ripristino. Da tenere presente che anche i backup connessi alla rete possono essere influenzati dal ransomware. I backup critici devono essere isolati dalla rete per una protezione ottimale;
- Mantenere il sistema operativo e tutto il software sempre aggiornato con le patch più recenti. Le applicazioni ei sistemi operativi vulnerabili sono l’obiettivo della maggior parte degli attacchi. Garantire che questi siano corretti con gli ultimi aggiornamenti riduce notevolmente il numero di punti di ingresso sfruttabili a disposizione di un utente malintenzionato;
- Mantenere aggiornato il software antivirus ed eseguire la scansione di tutto il software scaricato da Internet prima dell’esecuzione;
- Limitare la capacità degli utenti (autorizzazioni) di installare ed eseguire applicazioni software indesiderate e applicare il principio del “privilegio minimo” a tutti i sistemi e servizi. La limitazione di questi privilegi può impedire l’esecuzione del malware o limitarne la capacità di diffondersi attraverso la rete;
- Evitare di abilitare le macro dagli allegati di posta elettronica. Se un utente apre l’allegato e abilita le macro, il codice incorporato eseguirà il malware sul computer;
- Non seguire i collegamenti Web non richiesti nelle e-mail;
- Esporre le connessione Remote Desktop Protocol (RDP) mai direttamente su internet. Qualora si ha necessità di un accesso da internet, il tutto deve essere mediato da una VPN;
- Implementare sistemi di Intrusion Prevention System (IPS) e Web Application Firewall (WAF) come protezione perimetrale a ridosso dei servizi esposti su internet.
- Implementare una piattaforma di sicurezza XDR, nativamente automatizzata, possibilmente supportata da un servizio MDR 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo di raggiungere una protezione e una visibilità completa ed efficace su endpoint, utenti, reti e applicazioni, indipendentemente dalle risorse, dalle dimensioni del team o dalle competenze, fornendo altresì rilevamento, correlazione, analisi e risposta automatizzate.
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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