Attacco informatico all’Hospital Service SpA. Pubblicati da RansomHouse 50GB di dati
La cybergang RansomHouse rivendica all’interno del suo sito web nelle underground e sul suo canale Telegram, un attacco ransomware all’azienda italiana Hospital Service Spa.
Accedendo all’interno del suo data leak site (DLS) troviamo in prima pagina la rivendicazione e successivamente i dettagli dell’attacco informatico. A quanto pare la gang il 31/12, dopo essersi intrufolata all’interno delle infrastrutture IT ha scaricato 50GB di dati e cifrato i dati.
Come sappiamo, la pubblicazione dei dati a valle di un attacco ransomware, viene svolta solo dopo che non si è raggiunto un accordo per il pagamento del riscatto.
Post presente sul data leak site (DLS) di RansomHouse
Nota Bene: l’accesso alle Darknet è praticabile da qualsiasi persona che sappia utilizzare normalmente un PC. Questo è importante portarlo all’attenzione in quanto molti sostengono il contrario, spesso nei comunicati dopo la pubblicazione dei dati delle cybergang #ransomware.
Schermata che riporta i dettagli dell’attacco ransomware presente sul data leak site (DLS) di RansomHouse
La cybergang, per poter attestare che l’accesso alle infrastrutture informatiche è avvenuto con successo, riporta una serie di samples con dei documenti afferenti all’azienda compromessa, ma in questo caso la pubblicazione è stata completa.
Dal sito della Hospital Service, si legge quanto segue:
HS Hospital Service SpA, fondata da Lucio Improta, è nata nel 1980 con la finalità di promuovere e diffondere le più innovative metodologie e tecnologie mediche minimamente invasive per la diagnostica e le terapie con accesso percutaneo sotto guida ecografica.
Oggi HS Hospital Service SpA è leader sul mercato internazionale dell’oncologia interventistica, spaziando dall’ablazione dei tumori mediante somministrazione di energia a radiofrequenza o a microonde fino ai più sofisticati dispositivi per biopsia dei tessuti molli o del midollo osseo, passando per la più ampia varietà di cateteri, sistemi infusionali e accessori per chirurgia, radiologia interventistica e Critical Care.
Nel campo delle tecnologie al servizio della salute, non c’è successo senza eccellenza. Noi costruiamo eccellenza giorno dopo giorno, con il rigore della
nostra progettazione, l’affidabilità della nostra filiera produttiva e la cura attenta del cliente del nostro servizio post-vendita. Tra noi e gli operatori clinici più esperti e più brillanti c’è uno scambio costante di idee, di stimoli, di informazioni, al servizio di un’attività di ricerca clinica e tecnica che punta costantemente all’eccellenza.
Il nostro lavoro quotidiano al fianco di medici, infermieri, pazienti e di tutti gli attori dell’oncologia interventistica ci aiuta a capire sempre più e sempre meglio di cosa c’è bisogno veramente: così nascono i nostri dispositivi, che non temono confronti in quanto a prestazioni, sicurezza, minima invasività e usabilità. Il segreto del nostro successo sta nell’aver conservato la nostra vocazione originaria, che poggia prima sull’ascolto della voce dei professionisti della salute e dei pazienti e poi sulla ricerca di soluzioni che fanno davvero la differenza.
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Nel caso in cui l’azienda voglia fornire una dichiarazione a RHC, saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.
Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
Cos’è il ransomware as a service (RaaS)
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
Il ransomware cos’è. Scopriamo il funzionamento della RaaS
Perché l’Italia è al terzo posto negli attacchi ransomware
Difficoltà di attribuzione di un attacco informatico e false flag
Alla scoperta del gruppo Ransomware Lockbit 2.0
Intervista al rappresentante di LockBit 2.0
Il 2021 è stato un anno difficile sul piano degli incidenti informatici
Alla scoperta del gruppo Ransomware Darkside
Intervista al portavoce di Revil UNKNOW, sul forum XSS
Intervista al portavoce di BlackMatter
Come proteggersi dal ransomware
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Formare il personale attraverso corsi di Awareness;
Utilizzare un piano di backup e ripristino dei dati per tutte le informazioni critiche. Eseguire e testare backup regolari per limitare l’impatto della perdita di dati o del sistema e per accelerare il processo di ripristino. Da tenere presente che anche i backup connessi alla rete possono essere influenzati dal ransomware. I backup critici devono essere isolati dalla rete per una protezione ottimale;
Mantenere il sistema operativo e tutto il software sempre aggiornato con le patch più recenti. Le applicazioni ei sistemi operativi vulnerabili sono l’obiettivo della maggior parte degli attacchi. Garantire che questi siano corretti con gli ultimi aggiornamenti riduce notevolmente il numero di punti di ingresso sfruttabili a disposizione di un utente malintenzionato;
Mantenere aggiornato il software antivirus ed eseguire la scansione di tutto il software scaricato da Internet prima dell’esecuzione;
Limitare la capacità degli utenti (autorizzazioni) di installare ed eseguire applicazioni software indesiderate e applicare il principio del “privilegio minimo” a tutti i sistemi e servizi. La limitazione di questi privilegi può impedire l’esecuzione del malware o limitarne la capacità di diffondersi attraverso la rete;
Evitare di abilitare le macro dagli allegati di posta elettronica. Se un utente apre l’allegato e abilita le macro, il codice incorporato eseguirà il malware sul computer;
Non seguire i collegamenti Web non richiesti nelle e-mail;
Esporre le connessione Remote Desktop Protocol (RDP) mai direttamente su internet. Qualora si ha necessità di un accesso da internet, il tutto deve essere mediato da una VPN;
Implementare sistemi di Intrusion Prevention System (IPS) e Web Application Firewall (WAF) come protezione perimetrale a ridosso dei servizi esposti su internet.
Implementare una piattaforma di sicurezza XDR, nativamente automatizzata, possibilmente supportata da un servizio MDR 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo di raggiungere una protezione e una visibilità completa ed efficace su endpoint, utenti, reti e applicazioni, indipendentemente dalle risorse, dalle dimensioni del team o dalle competenze, fornendo altresì rilevamento, correlazione, analisi e risposta automatizzate.
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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