Le sfide dell’AI, il baluardo del Garante Privacy per non cedere al dominio della macchina
Il Garante Privacy non si tira indietro di fronte alle sfide epocali che pone l’intelligenza artificiale e, nel giorno dell’apertura dell’indagine sulla cinese DeepSeek, snocciola sul tavolo tutte le questioni aperte dalla nuova tecnologia che sta rivoluzionando tutto. L’occasione è il convegno organizzato a Palazzo san Macuto per celebrare la Giornata europea dei dati personali.
Parterre d’eccezione, con due ministri Calderone (Lavoro) e Schillaci (Sanità) in presenza, Crosetto (in video registrato) e Butti, sottosegretario alla trasformazione Digitale, anch’egli in registrazione da remoto.
La sfida, come detto, è epocale fra vantaggi innegabili dell’AI in alcuni ambiti a partire dalla sanità, passando per la cultura e l’istruzione. Ma i rischi non sono secondari, con l’allarme che arriva dal mondo della Giustizia – contrario all’introduzione dell’AI come sostituto tout court del magistrato e degli avvocati in fase dibattimentale – e il rischio latente di tagliare milioni di posti di lavoro e di instaurare una sorta di delega in bianco alla macchina di intere fette strategiche della nostra esistenza e del funzionamento del sistema. Basteranno l’AI Act e il GDPR a regolare l’AI?
AI, Stanzione: ‘Non dobbiamo cedere al dominio della macchina’
“L’uso improprio dei dati è un sopruso, proteggere i dati personali vuol dire proteggere la democrazia”, ha detto la vicepresidente del Senato Anna Ascani. Come darle torto, anche se nel giorno di DeepSeek, la risposta cinese low cost a ChatGPT e del faro accesso dal Garante sull’azienda, quello che emerge in tutta la sua evidenza è il costante ritardo delle norme nell’arginare fenomeni tecnologici che come tsunami investono le nostre vite.
Stanzione: ‘AI Act come le colonne d’Ercole per limitare la macchina’
Lo sa bene il Presidente del Garante Privacy Pasquale Stanzione, che pone la domanda fatidica: “Come farà l’uomo a non essere dominio della macchina?”. Una tragica consapevolezza del rapporto da sempre problematico fra uomo e macchina. Un nodo irrisolto, dalle radici antiche. Il rischio di Hybris è dietro l’angolo. “Il mercato dell’AI è cresciuto del 52% nel 2024, il 64% delle aziende ci sta investendo. Il 65% degli studenti la usa per fare i compiti”, dice Stanzione, precisando che gli aspetti più preoccupanti riguardano lo sviluppo autonomo e l’uso bellico. “Le armi autonome potrebbero diventare le nuove bombe autonome (momento Hoppenheimer)” con l’aggravante che il monopolio dell’informazione rappresenta oggi la nuova guerra fredda globale. “Dobbiamo tracciare delle colonne d’Ercole perché la tecnica resti al servizio dell’uomo”, dice il Garante. L’AI Act rappresenta questo tentativo. Anche se non sarà una passeggiata, nel momento in cui Meta rifiuta il fact checking. Ma non si può delegare la legge ai social e per questo è auspicabile anche un altro effetto il cosiddetto “Bruxelles effect”, vale a dire la deterrenza normativa della Ue. Basteranno l’AI Act e il GDPR a regolare l’AI?
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