30 anni di AIIP. Zorzoni: “Stop all’iperburocrazia, sufficiente applicare bene le leggi che già ci sono”
AIIP, 30 anni di libertà digitale. Il Convegno annuale a Roma
L’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) ha celebrato i 30 anni di attività alla Camera dei Deputati, nella prestigiosa Sala della Regina, con il convegno annuale dal titolo “AIIP: 30 anni di Libertà Digitale – Traguardi e nuove sfide per il settore“, a cui hanno partecipato gli associati, rappresentanti delle Istituzioni e dell’Autorità regolatorie. Un lungo cammino che ha visto le telecomunicazioni in Italia trasformarsi sotto la spinta di internet e delle nuove tecnologie digitali, fino all’intelligenza artificiale (AI) e i data center.
In questi decenni l’Associazione ha progressivamente ampliato il proprio raggio d’azione, affrontando tematiche sempre più diverse e rilevanti per il settore: dalla promozione del Wi-Fi alla liberalizzazione delle apparecchiature terminali (il cosiddetto modem libero), dal contrasto alla pirateria online alla promozione dell’open source, solo per citarne alcune.
Alla trasformazione digitale, avvenuta alla velocità della luce, hanno contribuito e dato impulso anche le sfide e le battaglie affrontate dai piccoli e grandi imprenditori che si sono avvicendati all’interno dell’Associazione.
Zorzoni: “Stop a iperfinanziarizzazione e iperburocratizzazione”
Un lavoro che ha avuto come obiettivo quello della “democratizzazione della rete”, come ha ricordato nei saluti istituzionali l’On. Roberto traversi, Segretario di Presidenza.
Traversi ha sottolineato il ruolo dell’associazione nel tutelare e supportare le piccole e medie imprese, simbolo della capacità imprenditoriale che caratterizza il nostro Paese nel mondo: “La libera concorrenza del mercato è un baluardo per la difesa della democratizzazione della rete”, aggiungendo che “un’esigenza imprescindibile in questo è lavorare ad un quadro normativo chiaro e omogeneo, necessario per evitare che l’autonomia del paese venga messa sotto scacco, anche pensando alle infrastrutture strategiche e le reti terrestri e non terrestri”.
Nella Relazione Annuale, il Presidente dell’AIIP, Giovanni Zorzoni, ha rilanciato la centralità dei territori e di chi vi lavora per la buona salute dell’economia e della libertà del mercato: “Nostro ruolo non è solo ascoltare il mondo delle imprese, ma spiegare bene il sottostante, il lavoro che viene svolto e che sta alla base della qualità che si offre. Per diversificare il prodotto si deve comunicare in maniera diversa l’argomento. La nostra territorialità ci garantisce la possibilità di fare trasformazione digitale grazie alla vicinanza con i clienti”.
“Tanti nostri operatori hanno investito in applicazioni concrete, dal cloud all’intelligenza artificiale, sfruttando l’edge computing. L’AI oggi è allo stadio primordiale, ma nel tempo il suo utilizzo sarà molto più diffuso, con la possibilità di sfruttare in maniera efficace tutte le opportunità che offre”, ha proseguito il Presidente dell’AIIP.
“Una delle sfide fondamentali per noi è il calo demografico e l’evoluzione del mercato interno, che è stato depresso per 30 anni. Un problema sistemico, a cui bisogna trovare una soluzione, ma la tecnologia oggi disponibile può dare una mano per risollevare il Paese.
Per quanto riguarda i problemi che vedo all’orizzonte, con le regole europee che attualmente in vigore, abbiamo un problema di continuo aumento della complessità normativa, una iperburocratizzazione.
Questo – ha aggiunto Zorzoni – non vuol dire che non vogliamo la regolamentazione del mercato, ma che dobbiamo avere l’onestà intellettuale di comprendere la complessità del momento, che non ci suggerisce di insistere nell’aumentare gli oneri di burocratizzazione ma di fermarci”.
“Serve uno stop alla iper-finanziarizzazione, ne abbiamo assolutamente bisogno. Non dobbiamo avere tre giganti paneuropei, perché l’oligopolio sappiamo dove porta”, ha sottolineato il Presidente dell’Associazione.
“L’idea di prendere le telecomunicazioni e farle diventare come la corrente elettrica non ha senso logico. E poi, non accentrare tutto e fuori dall’Italia significa che le teste pensanti restano qui, molto vicine al territorio, e possono aiutare anche la Pa ad accelerare la trasformazione digitale. Bisogna evitare gli oligopoli”.
“Iniziano ad esserci dei segnali positivi”, ha comunque spiegato Zorzoni, “un esempio lo troviamo nelle interlocuzioni che stiamo avendo a livello nazionale ed europeo. Crediamo che serva un sistema wireless aperto e che ci sia una grandissima opportunità con i voucher per abbandonare definitivamente il rame, anche per dare una mano alle imprese per accelerare l’adozione dell’AI e migliorare i livelli di cybersecurity. Serve inoltre un fondo al 50% di stimolo per potenziare l’ecosistema degli edge data center”.
Aria (Agcom): “Tenere il Codice delle comunicazioni elettroniche”
“Credo che le telecomunicazioni debbano tenere il Codice delle comunicazioni elettroniche come quel plesso di settore che le difende nei loro diritti, dà loro la loro identità. Non sia mai che questo sparisca in funzione di altri plessi normativi trasversali, di difficile attuazione nei territori nazionali”, ha affermato nel suo intervento Laura Aria, commissaria Agcom.
“L’autorità si è cimentata in questo fin dall’inizio soprattutto per quel che riguarda la tutela della concorrenza per dare accesso anche attraverso elementi passivi che hanno fatto crescere un certo grado di concorrenza infrastrutturale per consentire i servizi di prossimità degli Internet service provider.
Questo ha portato benefici agli utenti, grazie ai servizi di prossimità in un territorio vasto e complesso come quello italiano, in cui si trovano distretti industriali e Pmi. Portare la connettività in questo contesto è stato un grande risultato. La prossimità rappresenta un valore per il nostro Paese, compresa l’attività di post vendita, che ha aumentato la qualità dei servizi”, ha proseguito Aria.
Becchetti (Infratel): “Verso il completamente del Sinfi, il catasto dei sottoservizi di tutto il Paese”
“La fibra è l’autostrada del futuro e noi, come i primi Governi dopo la fine della Seconda guerra mondiale, dobbiamo portare le autostrade ovunque, con l’obiettivo di collegare e connettere ogni parte del Paese”, ha dichiarato Alfredo Maria Becchetti, presidente di Infratel.
Becchetti ha poi parlato della centralità dei voucher, come strumento efficace per incentivare l’adozione di internet a banda ultralarga, con l’obiettivo di rendere più accessibile questa tecnologia: “Per quanto riguarda i voucher, ne abbiamo di due tipi, per famiglie e imprese. Su quello per le famiglie meno abbienti, si sono attivati 100 operatori, e 210 mila famiglie hanno partecipato, e lo considero un medio successo, perché il voucher dev’essere uno strumento di incentivazione ancora più forte”.
“Stiamo lavorando con il Mimit e il Mef per un incremento dei voucher per famiglie, attraverso cui si creano le condizioni per l’educazione e la distribuzione digitale. Per i voucher destinati alle imprese – ha proseguito il Presidente Infratel – nel 2022 si sono accreditati 437 operatori, e sono stati attivati 370 mila voucher, e questo è un buon successo, ma comunque da implementare, per cui stiamo facendo un lavoro per altri voucher, come quello agricolo”.
“Il nostro è un Paese dall’orografia complessa, fatto di valli e borghi, che bisogna aiutare a superare l’isolamento per iniziare a parlare di trasformazione culturale ed economica. per cui portare la fibra in tutta Italia non è semplice, ma lo stiamo facendo, ci stiamo riuscendo, siamo al centro del Piano Italia a 1 giga, ma la realtà è che abbiamo completato il Piano delle isole minori, per cui abbiamo portato la fibra in tutte le isole minori del Paese”, ha precisato Becchetti, che ha sottolineato anche il problema dell’iperburocrazia, “che è un limite e allo stesso tempo un’inefficienza per la nostra economica e le imprese”.
“Sono sicuro che, con gli investimenti, riusciremo a completare in un tempo medio il Sinfi, il catasto dei sottoservizi di tutto il Paese”, ha poi proseguito Becchetti. “Questo – ha aggiunto – ha un’importanza strategica straordinaria, perché significa sapere in anticipo dove passano i sottoservizi, poter fare programmazione, manutenzione, gestione del futuro. Abbiamo investito moltissimi milioni di euro, riscontriamo alcuni problemi burocratici, dati in particolar modo dalla lentezza dei comuni nel darci il quadro comunale dei sottoservizi, ma sono sicuro che riusciremo in un tempo medio a completarlo”.
Il volume “1995-2025. Trent’anni di Internet”.
Peritore (AIIP): “Massima attenzione alla sicurezza dei dati”
Dopo aver letto i messaggi di saluto del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Alessio Butti, Zorzoni ha poi presentato assieme al vice Presidente AIIP, Giuliano Claudio Peritore, alla presentazione del volume “1995-2025. Trent’anni di Internet”.

“La storia AIIP è anche la storia di piccoli imprenditori che si sono trovati davanti a internet, un’innovazione che al suo arrivo ha stravolto la nostra economia. Ognuno di essi ha lavorato alla costruzione della grande rete che abbiamo oggi a disposizione, mettendo ognuno un mattone. Il libro è anche la storia di tanti di loro in ogni settore, dai primi punti di presenza, che poi sono diventati i primi data center, fino ai punti di scambio, ormai alla pari dei più grandi europei”, ha detto Peritore, sottolineando anche che “sicuramente portare la fibra a casa di tutti è un obiettivo primario, ma certo una riflessione urgente è da fare sulla proprietà, l’accesso e il controllo dei dati, siamo sicuri di avere tutto sottomano?”.
Zorzoni ha invece insistito sulla centralità delle regole, che devono essere uguali per tutti, una condizione necessaria per raggiungere un’efficienza per le imprese, che devono sempre mettere al centro la persona: “Chi guarda la trimestrale e basta prima o poi avrà a che fare con delle inefficienze, ma sono fiducioso nel futuro, vedo maggiore consapevolezza su molti temi strategici che caratterizzano il nostro tempo”.
“C’è un sentire comune con l’AIIP per quel che riguarda la tutela dei diritti dei consumatori. Con il Covid si è aperto un ulteriore momento di confronto e di collaborazione. Oltre alle reti oggi ci sono delle novità impellenti da affrontare in termini di gestione e regolamentazione, di attenzione ai diritti, come l’AI. Ci sono dei punti chiave da affrontare, tra cui la formazione digitale, identificata per target e fasce sociali. C’è l’IT Wallet, la Repubblica Digitale, il parental control e molti altri temi chiave su cui lavorare, sia in termini di comunicazione istituzionale, di buona informazione, sia di competenze da acquisire. Il lavoro dell’AIIP può essere di grande importanza per affrontare e superare tutti i digital divide, non solo formativi, ma anche sociali ed economici, che purtroppo gravano sui territori”, ha affermato l’On. Sandra Cioffi, Presidente del Consiglio nazionale utenti.
Loro (AIIP): “Il problema non è la scarsità di competenze, ma impedire che fuggano all’estero”
Baldassarra (AIIP): “Oggi il rischio è l’oligopolio”

“A 30 anni dalla grandissima discontinuità che è stata internet siamo di fronte a qualcosa di nuovo e altrettanto significativa, che è l’AI. un fattore trasformativo che fa convergere diversi elementi tecnologici tutti assieme, dalla rete alla connessione, dalla capacità computazionale ai data center e gli algoritmi. Si tratta di un mondo che richiederà sempre più capacità computazionale distribuita con i data center, forte collaborazione tra aziende tecnologiche e mondo della ricerca, capacità di trasferire l’innovazione sui territori, tra le imprese e le persone. Il problema delle competenze non è nella scarsità, ma nell’impedire che fuggano all’estero.
Abbiamo visto e raccontato cosa è accaduto negli ultimi 30 anni ora dobbiamo affrontare la discontinuità che ci aspetta in un mondo multidimensionale. Le Istituzioni devono comprendere il valore che questo tessuto imprenditoriale può dare al Paese e il valore della competenza sul territorio”, ha detto nel suo intervento Roberto Loro, vicepresidente dell’AIIP.
“L’AI è un programma informatico che dialoga con altri programmi e lo fa attraverso la rete, sintetizzando, l’AI è dati. Noi abbiamo iniziato anni fa nell’integrazione verticale dell’Associazione del mondo del cloud, dei dati e dell’AI, che è un mix di tutte queste tecnologie. Non parliamo più di silos ermetici. La capacità di poiesi si è ridotta nel cloud computing e si è ridotta ancora di più con l’AI.
Con l’iperfinanziarizzazione è partita la narrazione che queste tecnologie sono troppo grandi per le imprese sui territori. In realtà non è vero. Avendo modo di accedere ai dati, il vero problema, anche i più piccoli possono fare un LLM che può competere a livello mondiale. Nell’AIIP ci sono operatori tra i primi posti al mondo. Non servono mega data center per lavorare e per fare i modelli di AI. E’ la storia di questi ultimi tempi a dimostrarcelo. L’arrivo di Deepseek ne è l’esempio pratico. In Italia ci sono tutte le risorse per lavorare in questo settore, anche le competenze ci sono. Oggi il rischio è l’oligopolio. Noi dobbiamo far si che queste tecnologie siano non discriminanti sia per chi le usa, sia per chi le produce. Nel procurement pubblico l’aspetto discriminatorio si è fatto eccessivo, già con il cloud, oggi con l’AI, non è possibile che la spesa corrente sia messa nelle mani di grandi gruppi finanziarizzati. Gli inibitori sono le società di consulenza che in questo momento presidiano gli uffici procurement pubblici.
La chiave per accelerare la trasformazione digitale e andare a fondo nel cambiamento è la prossimità degli strumenti, delle capacità di calcolo e della raccolta di dati”, ha spiegato Antonio Baldassarra, Consigliere AIIP.
Tavola Rotonda: l’AIIP dialoga con la Politica

Il primo intervento della Tavola Rotonda, “AIIP dialoga con la Politica”, è stato dell’On. Maria Paola Boscaini: “Quando si parla di informatica e digitale, è bene ricordare che tra il mondo dei privati e quello del pubblico c’è un gap enorme su cui bisogna intervenire urgentemente. Oggi abbiamo la sfida dell’AI e bisogna ascoltare bene chi ne sa più di noi. Se oggi ci troviamo nell’area del pubblico con un’arretratezza informatica imbarazzate è frutto di scelte passate sbagliate. Ogni scelta ha conseguenze di lungo termine sulla realtà. Bisogna essere avveduti nello sperimentare grandi tecnologie”.
“L’AI tocca l’area software, hardware e del cambiamento del mondo del lavoro. Non bisogna parcellizzare le competenze a livello ministeriale. Il Governo così parte svantaggiato. L’Italia deve investire di più nella trasformazione digitale. La legge sull’AI in discussione non cambierà niente e riprenderà semplicemente l’AI Act. Poi ci sono i data center, un tema centrale per lo sviluppo tecnologico ed economico industriale del Paese. Sono infrastrutture che daranno maggiori risorse computazionali e consentiranno il recupero di aree immobiliari dismesse e aree depresse. I data center di prossimità sono una strada che consenta di accrescere la competitività del Paese. L’AI però va spiegata e insegnata per bene. Abbiamo un’idea errata di questa tecnologia, forse anche per la diffusione degli LLM più famosi ed utilizzati. Presto arriveranno gli agenti AI, cioè delle AI specifiche che svolgeranno compiti settoriali. Noi dobbiamo favorire la nascita di piccole imprese che si adoperano nello sviluppo proprio di agenti di AI specializzati in determinati compiti. La perdita di posti di lavoro è il pericolo maggiore legato a questa transizione tecnologica, la politica deve attenzionare questo problema pensando ad un nuovo modello di welfare”, ha detto l’On. Antonino Iaria.
“Il fattore chiave è la velocità nella risposta. Noi andiamo a competere con USA e Cina, due soggetti predominanti a livello geopolitico, che rispondono alle imprese, ai mercati finanziari, in termini regolatori e di provvedimenti, in maniera estremamente più rapido rispetto all’Europa.
Nei territori più marginali, dove ci sono sempre tante imprese, anche agricole, la fibra è un problema urgente a cui bisogna subito porre rimedio, ma troppo spesso la burocrazia pone delle barriere, mentre le lacune infrastrutturali e amministrative necessitano di essere colmate più velocemente.
Il Governo sta cercando di mettere nelle condizioni di agire in maniera puntuale e più efficace gli attori del settore. Per velocizzare il lavoro servono regole chiare e immediate. Per farlo dobbiamo rendere gli interventi più strutturali possibili”, ha affermato l’On. Carmine Fabio Raimondo.
“La discussione politica del momento è centrata anche e soprattutto sul tema dell’indipendenza e dell’autonomia digitale dell’Europa e del Paese. Senza una grande battaglia politica di tutti, avremo difficoltà a ritagliare uno spazio per l’Europa in questo mondo estremamente competitivo in termini tecnologici.
Di tutti gli smartphone che abbiamo sul mercato, pochissimi sono prodotti in Europa oggi. Lo spazio di chi insegue solo il regolamento è sempre più stretto.
Negli ultimi 30 anni tutto intorno a noi è andato avanti molto più velocemente di quanto abbiamo saputo fare noi europei. Pensiamo allo Spazio, monopolizzato dagli USA, alla crescita economica, con la Cina che accelera su tutti i settori più strategici.
Dobbiamo incentivare offerta e domanda, sostenere le industrie chiave, le reti territoriali hanno un senso perché abbiamo bisogno di centri per il potenziamento digitale, non basta la sola azione pubblica, bisogna coinvolgere anche il privato.
Noi chiediamo una politica di premialità per la produzione italiana ed europea, per fare in modo che le nostre risorse siano reinvestite per difendere il made in Europe”, ha invece dichiarato l’On. Andrea Casu.
Nel salutare tutti i partecipanti e chiudere il convegno annuale dell’AIIP, il Vicepresidente Peritore ha concluso ricordando la centralità della sicurezza dati, che passa sia per la sovranità, sia per la “capacità di saperli trattare e gestire attraverso le competenze italiane”.
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